festa culturale, storia dell'arte

Carnevale in ogni tempo

Da oggi Giovedì Grasso inizia il Carnevale! Una festa antichissima, che fonda le sue radici nel mondo greco e che con il tempo ha mutato il suo volto, diventando il periodo che, cattolicamente parlando, precede la Quaresima e quindi la Pasqua. Infatti la parola Carnevale, deriva dal latino, “eliminare la carne”, associata all’usanza introdotta dalla Chiesa Cattolica, per richiamare il periodo di digiuno che Gesù ha affrontato nei 40 giorni presso deserto. Un invito da parte della Chiesa non solo ad emulare l’esempio di Gesù, ma anche a purificare lo spirito poiché un atteggiamento di privazione o di mancanza, dimostra all’uomo di poter rinunciare o astenersi a qualcosa, comprendendo di conseguenza le sue capacità decisionali e quindi di volontà.

Ad ogni modo, lo spirito religioso di questo periodo è celato dall’euforia, dal divertimento e dalla esuberanza nelle maschere bizzarre e divertenti. Ebbene questo aspetto del Carnevale è più propriamente pagano. Mi spiego meglio.

Nei secoli, il Carnevale è diventato una fusione tra il festeggiamento nel mondo greco-romano e quello dal Medioevo in poi. In altri termini si è evoluto. Se diciamo che Carnevale, ha un significato legato alla sfera religiosa, in realtà il modo con cui si festeggia ha pure del mondo pagano, legato alle divinità greco-romane.

Infatti, ai tempi dei Greci, si celebrava il culto di Dioniso, dio dell’ebrezza, del divertimento e dell’esuberanza, con danze e sfrenatezze di ogni genere. Tali festeggiamenti avvenivano nel periodo primaverile, che, guarda caso, nel mondo cristiano, coincide con quello della Pasqua.

Poi in epoca romana, molte divinità greche erano state assimilate dai romani, pertanto anche le manifestazioni culturali le hanno fatte proprie. Perciò perfino presso i Romani si registrava un periodo di euforia e di divertimento, stabilito per i Saturnali, ossia intorno la metà di Dicembre. Durante quei giorni i Romani festeggiavano con banchetti e danze il dio Saturno, signore del cielo, dal quale sono nati gli dei dell’Olimpo, unendosi a Rea, la Terra. Quindi Saturno, protettore delle coltivazioni e delle sementi, veniva onorato con cibi e con bevande, accompagnati da rappresentazioni teatrali. A tale festa partecipavano tutti i cittadini, compresi gli schiavi, che potevano godersi quel momento di libertà a patto che indossavano delle maschere che ne celassero la loro identità, perché tutti, in maniera indistinta, partecipavano agli eventi, ponendosi allo stesso livello. Da qui l’origine delle maschere, che come tale si è mantenuto nei secoli, subentrando nel mondo Medievale, accompagnate da banchetti e danze, ove ci si ingolfava di carne e prelibatezze, carenti in quel tempo.

Dal cammino e dall’evoluzione della Chiesa che, con i secoli il Carnevale ha assunto il volto cattolico. Ciò non vuol dire che la Chiesa ha preso a modello e riferimento il mondo pagano, ma sicuramente ne ha tratto ispirazione per permettere agli uomini di accettare delle trasformazioni, che altrimenti avrebbero riconosciuto malvolentieri. Perché? Perché l’uomo è abitudinario, pertanto accetta le trasformazioni, i cambiamenti e le evoluzioni solo con il tempo e soprattutto senza privarlo di cose che lo diverte e lo rende felice.

Con tutto ciò non sto né parlando né mettendo in dubbio la religione cristiana, la fede e l’esistenza del Signore, in altre parole il culto cattolico. Sto dicendo semplicemente che la nascita di usanze, riti ed eventi cristiani hanno origini molto lontane e che spesso coincidono e assomigliano a quelli pagani, proprio per permettere, ripeto, all’uomo di accettarli, soprattutto quando per secoli la mentalità si era abituata ad un certo modo. E con queste parole è chiaro che mi sto rivolgendo all’uomo pagano, che ha vissuto il cristianesimo. Il percorso della Chiesa Cattolica per farsi accettare è stato lungo, travagliato e spesso pericoloso.

Eppure oggi, l’accostamento di eventi alla sfera religiosa è diventato sempre più superfluo; ad esempio proprio il Carnevale già ha dato inizio ai suoi festeggiamenti prima della data prevista da Calendario in alcune città e paesi della Sicilia, dimostrando la mancanza di associazione di questa parola al suo significato. Oramai si considera più che altro, una festa per bambini, in cui si mascherano da personaggi fantasiosi dei cartoni o dei film. Il culto della maschera, come quella veneziana, è ormai lontana, circoscritta a confini limitrofi. Il Carnevale, oggi è più che altro l’espressione della fantasia e dell’assurdità dei carri e dei gruppi in maschera. Ogni regione dell’Italia ha il suo modo di festeggiarlo, per la sua storia e le sue radici, diventando sempre e comunque originale.

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Paul Cezanne, Pierrot e Arlecchino, 1888

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