festa culturale

Quando nasce la figura e l’immagine di Babbo Natale? – PARTE I

Quando nasce la figura e l’immagine di Babbo Natale? Una curiosità da colmare in vista delle festività più belle di tutto l’anno. Il momento di gioia  e di attesa, unitamente alle luci e agli addobbi sono coronati dalla leggendaria figura di Babbo Natale, l’omone dalla lunga barba bianca aspettato con trepidazione dai bambini la notte di Natale, per scoprire quali doni ha portato con sé. Chi ci sta dietro l’omone dalla lunga barba? Fantasia o…realtà? Scopriamo insieme!

LA FIGURA DI BABBO NATALE
La figura e l’immagine di Babbo Natale ha una storia tanto recente, contemporanea direi, quanto lontana anni luce. Iniziamo con il conoscere l’apparizione della sua figura, quando e come è stata introdotta. Innanzitutto il nome Babbo Natale è la versione italiana, introdotta dopo la seconda Guerra Mondiale, e prima di allora la sua figura era conosciuta come San Nicola o Santa Claus.
San Nicola fu il vescovo di Myra, cittadina dell’attuale Turchia nel lontano IV sec, tanto che il suo nome compare nel primo Concilio di Nicea del 325, in cui si discuteva sulla natura divina di Cristo. Eppure su San Nicola non abbiamo molte informazioni, se non che le storie che si raccontano durante il suo vissuto. Era un uomo molto ricco, che spesso aiutava i più poveri con delle donazioni: una storia racconta che salvò tre fanciulle povere regalandogli tre sacchi pieni di oro (da qui gli attributi identificatori delle tre sfere d’oro), per costruirgli una dote e potersi sposare e non finire prostitute come le aveva indirizzate il padre. Un altro racconto parla di tre fanciulli salvati da San Nicola: una sera dei fanciulli si erano recati presso una locanda, dove gli oste li avevano accolti, poiché avevano deciso di farne di loro carne da servire ai commensali. Infatti gli oste li fecero a pezzi e li misero sotto sale, in attesa di poterli cucinare e servire agli ospiti, che tra lamentele e brontolii aspettavano di riempire le loro pance vuote. In quella locanda era entrato Nicola, il quale sapendo del dramma che si era consumato in quelle cucine, aveva richiesto della carne, ma gli era stato detto che non poteva essere servita in quel momento; allora lui, nervoso e impaziente si era fatto portare in cantina, dove una volta entrato ne uscì con i tre bambini vivi ed interi. 
Leggende e miracoli che hanno fatto di San Nicola il protettore dei bambini, ma non solo, diventò anche il simbolo e l’esempio della donazione. Perfino alla sua morte, avvenuta per vecchiaia, lasciò un prezioso regalo per aiutare la comunità in caso di bisogno, un olio profumato miracoloso sgorgante dalle sue reliquie, conservate presso la Cattedrale di Myra, fino all’XI sec., quando i Baresi se ne impossessarono e le portarono a Bari, per essere custodite nella Basilica a lui dedicata e fondata nel 1087. Stiamo parlando di San Nicola di Bari, patrono della città e festeggiato il 6 Dicembre, presunto giorno della sua morte, attraverso lo scambio di doni.

Eppure l’usanza di elargire doni ha origini molto più antiche, risalenti al mondo pagano,  quando durante i Saturnali ( periodo che si estendeva dal 17 al 23 Dicembre), i bambini eleggevano un “vescovello”, una sorta di dio Saturno che guidava la festa e spartiva regali. 
Ma è il culto di San Nicola che spopola tra i popoli con la tradizione della distribuzione dei regali; infatti la sua venerazione si iniziò a diffondere a partire dal VII e VIII secolo, quando i marinai Bizantini lo conclamarono loro protettore in occasione delle guerre su mare contro gli Arabi, diffondendo la sua fama in tutto il Mediterraneo, raggiungendo anche l’area dell’attuale Germania nel IX sec.
Proprio nei Paesi del Nord Europa la liturgia di San Nicola fu vissuta fino al XVI sec., periodo della Riforma Protestante che vietò l’adorazione dei santi. In quelle circostanze come si poteva spiegare ai bambini che non sarebbe più venuto San Nicola a distribuire doni? Così si penso di affidare il ruolo a Gesù Bambino, spostando la Festa dal 6 Dicembre al 25 Dicembre. Però era troppo piccino per potersi caricare di tutti i regali e soprattutto non poteva rimproverare i bambini monelli, quindi si decise di affiancarlo ad un uomo corpulento che lo aiutava. 

Con la scoperta del Nuovo Mondo, l’America, le tradizioni e le culture europee migrarono lì, e tra queste il culto di San Nicola; eppure la sua fama iniziò ad estendersi a macchia d’olio solo a partire dai primi dell’Ottocento, quando scrittori e poeti cominciarono a incorniciare il Natale come un momento di festa e di riunione familiare, inserendo anche la leggendaria figura di San Nicola, che lì si conosce con il nome di Santa Claus o St. Nick. Così gli autori del tempo rispolverarono le storie e i racconti di questa figura, spogliandolo però dei suoi abiti religiosi e facendogli indossare quelli di un uomo che abitava al Polo Nord. Da qui le varianti della sua dimora lasciano il posto alla fantasia e al riservarsi l’appartenenza del personaggio, fino a quando oramai negli ultimi tempi la dimora “ufficiale”, in quanto più famosa e apprezzata dai più piccoli, è quella appunto in Lapponia, nella città di Rovaniemi, dove sorge il magico villaggio di Babbo Natale
Ad ogni modo il personaggio di Santa Claus o San Nicola, nel corso dei secoli ha subito varianti per adattarsi al folklore locale: infatti nel tempo dal personaggio sacro, nonché religioso di San Nicola si è arrivati ad una versione popolana, che man mano è divenuto sempre più di fantasia e di immaginazione, trasformandosi in un uomo dai mille nomi Sinterklass (olandese), Santa Claus (inglese), Nichlauss (tedesco), Samiklaus, Sinter Claus, per evolvere poi in Perè Noel, Father Chirstmas e Babbo Natale, un personaggio mai esistito, ma che nasce da un uomo vero, un vescovo che donava ai più poveri.

In alcuni Paesi Europei, soprattutto quelli del Nord sopravvive il tradizionale culto di San Nicola, festeggiandolo il 6 Dicembre con la distribuzione dei doni, unitamente ad fantasie popolari con l’inserimento di figure magiche, come folletti o demoni. Ad esempio in Germania si trovano i Krampus, che sono dei mostri con delle corna che rappresentano l’antitesi del Natale, non tanto una versione del Greench, ma quasi, perché fanno di tutto per impedire che i bambini siano felici e ricevano i regali. Una sorta di contrapposizione tra il bene e il male. In altri luoghi come la Svezia, parente della Finlandia, sede del villaggio di Babbo Natale, affidano alla Capretta Yule il compito di portare regali; mentre in Norvegia a Tomtenisse, lo gnomo, piccolo e simpatico. 
Ogni luogo ha le sue tradizioni, le sue date e le sue usanze, frutto di un evoluzione, quindi una trasformazione che definisce tradizioni, che, come in questo caso, possono avere un’origine comune, San Nicola.

A questo punto in questo breve ma intenso excursus di storia iniziate a vedere l’immagine di Babbo Natale? Ma soprattutto avete fatto caso che molti punto toccano quello che è oggi per noi il Natale? Da noi i bambini aspettano Babbo Natale il 25 Dicembre, giorno di festa non solo per l’avvenuta nascita di Gesù Bambino, ma anche perché è il giorno in cui la famiglia si riunisce in una ricca tavola. Nei nostri addobbi di Natale non mancano personaggi come gnomi e folletti che affiancano Babbo Natale nella scenografia del momento. Perché il Natale, il nostro Natale, mette insieme tante culture, tante conoscenze e novità che hanno reso nel corso degli anni il momento magico ed unico…

Al prossimo articolo per scoprire quando e come nasce l’immagine di Babbo Natale. 

Fonti: 
– https://it.wikipedia.org/wiki/Babbo_Natale ;
– http://www.nationalgeographic.it/popoli-culture/2014/12/24/news/da_san_nicola_a_santa_claus_la_vera_storia_di_babbo_natale-2425592/?refresh_ce ;
– https://www.focus.it/cultura/storia/come-nata-la-leggenda-di-babbo-natale 

San Nicola

1 pensiero su “Quando nasce la figura e l’immagine di Babbo Natale? – PARTE I”

Lascia un commento