storia dell'arte

Cosa è l’astrattismo?

Sicuramente vi sarete accorti che il 18 Dicembre, aprendo la schermata del vostro motore di ricerca da Crome, vi sarete accorti che Google vi annunciava il 139° anniversario dalla nascita di Paul Klee. Molti di voi certamente mossi dalla curiosità avranno cliccato su e avrà appreso qualche notizia su quest’uomo, artista acclamato del XX sec, il cui genere appare difficile da classificare, da definire, se non astratto. Paul Klee artista esponente dell’astrattismo, così come è stata chiamata la corrente artistica. Adesso vi chiedo: che cosa è per voi una cosa astratta? Provate a dare una risposta, cercate di dare una definizione alla parola astrattismo. Io per molto tempo definivo astratta in campo artistico, un’opera nella quale non riuscivo a definire un movimento o una corrente artistica; in altre parole diventava astratto tutto ciò a cui non riuscivo a dare spiegazione.
Negli ultimi anni invece ho imparato che non esiste nulla di astratto, perché tutto ciò in cui riusciamo a vedere delle forme, che siano regolari o no, non sono astratte ma concrete. Mi spiego meglio e cercherò di essere più chiara e semplice possibile. 

Innanzitutto analizziamo la parola “astratto“, aggettivo derivante dal sostantivo “astrazione“; con questo termine si vuole indicare qualcosa che viene allontanata, distaccata. E quando parliamo di arte, la raffigurazione delle cose che sia a tutto tondo o in piano, è distante, distaccata dalla cosa a cui fa riferimento di attualmente o potenzialmente visibile. Ergo… Tutta l’arte è astratta! Detto in questi termini appare estremamente semplice, quanto assurdo, perché se per astrazione dell’arte si intende allontanamento e distacco dalla realtà oggettiva e visibile, vuol dire che un artista quando raffigura qualcosa “non produce affatto una replica[1], ma la rende qualcosa di somigliante. Quindi l’artista tende ad imitare la realtà; un concetto quest’ultimo che nel corso dei secoli tra artisti e studiosi dell’arte è stato oggetto di varie interpretazioni, allontanandosi del tutto dal significato che ne avevano dato i Greci nel loro tempo antico. I Greci, grande popolo a cui l’arte di tutti i tempi ha fatto riferimento, usavano il termine imitatio naturae non con il significato di imitazione della natura, ma come imitazione del procedimento della natura. In questi termini siamo vicini al termine di astrazione di cui sopra, poiché i Greci cercavano di emulare attraverso la creatività umana il processo creativo della natura, tanto è vero che non tutte le “forme prodotte dall’attività umana” trovano “riscontro in forme naturali[2], basti pensare alla colonna e alla ruota, invenzioni pure.
Eppure imitatio naturae è stato inteso come copie e riproduzione della natura a tal punto da diventare sinonimo di realtà e da creare un’impostazione intellettuale con la quale si è arrivati a parlare anche di astrattismo, con il significato di tutto ciò che non è figurativo. A tal proposito, poniamo un’altra riflessione: accettando che astratto è tutto ciò che non è figurativo, rimarcando la somiglianza tra l’immagine artistica e ciò che viene imitato, copiato, insomma riprodotto dalla realtà visibile, come ci si spiega l’arte sacra? E potremmo aggiungere anche quella pagana… Chi ha mai visti angeli, demoni, la Madonna, Gesù, Venere, Marte, fauni, ninfe…. Come si può parlare di astrattismo in riferimento a tutto ciò che non è più riconoscibile in quanto si allontana dal visibile?
Allora, proprio perché “constatare che ogni raffigurazione è anche il risultato di una forma di astrazione” [3], tra gli studiosi degli anni ’20, “si stabilì che un’immagine artistica non riferita ad alcunché di visibile” [4], è autoriferita, ossia somigliante solo a se stessa, quindi concreta. “L’immagine non astrae da un visibile che la precede, viceversa si presenta per ciò che concretamente è” [5].

Quindi il termine astrattismo fu coniato da un’impostazione intellettuale maturata nel corso dei secoli, con cui spesso si guarda l’arte con l’occhio di una cultura umanistica che ci si trascina da dietro da secoli e che di fronte al “nuovo” diventa difficile spiegare, pertanto fu coniato il termine astratto in riferimento a ciò che non è figurato. Ma oggi abbiamo spiegato che nulla è astratto, in quanto un’opera che non ha un precedente artistico o…reale, tangibile e visibile, non è altro che un’opera fine a se stessa, autoreferenziale, a cui non per forza si deve dare una spiegazione; un’opera è così come è perché l’ha voluta l’artista, in virtù di una spiegazione, di un gusto, di una visione, nonché di un modo vedere le cose in modo personale.

P. Klee, Castello e sole, 1928, collezione privata

Fonte:

  • [1], [2], [3], [4], [5]: Cfr. G. Frazzetto, L’invenzione del nuovo, G. Maimone Editore, Catania, 2013, pp. 75-77.

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